Ma, disgraziati noi, che per amore della divisa dobbiamo conservare la nostra castità come i
cavalieri di Malta. Ebbene, il maresciallo mi avverte che il regolamento vieta alle guardie di finanza
di fare all'amore, almeno in pubblico. La verità è che lui aveva paura di perdere la serva e di non
trovarne un'altra. Bene, dico io, obbedisco; ma la ragazza mi veniva appresso lei; finché il
maresciallo mi avverte una seconda, una terza volta; alla quarta mi manda alla caserma di disciplina
a Porto Molle. Porto Molle? Maledetto chi l'ha inventato, porto duro, dico io: non c'è che la
caserma, laggiù, e pietre e scogli per terra e per mare. Nella caserma siamo in quattro uomini e un
gatto, abbandonati da Dio e dal prossimo, e non c'è altro da fare che sbadigliare, perché se un tempo
il luogo era preferito dai contrabbandieri, adesso che si sa della rigorosa sorveglianza, la tranquillità
è perfetta.
Noi guardie si passeggia su e giù tutto il giorno per la spiaggia come impiegati in pensione, e il
brigadiere ci permette, quando non siamo di servizio, di giocare alle carte e di bere. Le bottiglie,
anzi, le fornisce lui, che le fa pagare tre volte il costo; ma insomma sono sempre gradite, e noi
gliene facciamo anche parte.
Ed ecco a rompere la monotonia della situazione si presenta una donna. Accidenti alle donne. Chi è,
Sant'Agostino? che dice: dove non c'è il diavolo lo sostituisce la donna. Questa, in fede mia,
sembrava una santa. Veniva con la scusa di venderci del pesce, e non sollevava neppure gli occhi a
guardarci. Era alta, scalza, bruna come la Madonna; e noi non osavamo neppure scherzare con lei,
sebbene il brigadiere ogni volta che la vedeva arrivare gonfiasse le guancie e si arricciasse i baffoni
sogghignando... Un giorno la vedo lungo la spiaggia, con un involto in mano: cammina rapida come
una cerbiatta, in modo che stento a raggiungerla. Sulle prime cerca di sfuggirmi e non risponde
neppure alle mie domande; poi comincia a parlare e non la smette più: mi racconta una storia tragica
del padre e di un fratello di lui che avevano una barca in comune e non andavano d'accordo e una
notte partirono per la pesca e né la barca né il padre ritornarono più; e che lei, adesso, vive sola col
nonno, un vecchio pescatore che manda lei a vendere il pesce per ricavare più soldi, e guai a lei se
non lo vende bene. E sospira e sospira, ma continua a camminare rapida come spinta dal vento,
finché arriviamo a un punto della spiaggia in direzione al quale, in mezzo a una distesa di tamerici,
c'è una capanna che tante volte io ho veduto ed esplorato senza mai trovarci niente. La ragazza mi
dice che la capanna appartiene al nonno, e vi si dirige, e io, mammalucco, la seguo: e stiamo lì
ancora un po' seduti a chiacchierare, finché mi accorgo che è quasi sera e mi scuoto trasognato.
Che cos'abbia questa ragazza io non so; è come si beva un filtro, quando si sta con lei: sento che se
lei volesse mi farebbe disertare.
E non si lascia dare neppure un bacio, ma promette di tornare il giorno dopo e appresso.
E il giorno dopo e appresso sono sempre dietro di lei come un cagnolino, e non mi dò riguardo,
tanto in disciplina per amore ci sono già. Il guaio è che a gironzare intorno alla capanna non sono io
solo; vedo dei ragazzacci scalzi e anche qualche giovanotto; ma lei giura che non li conosce
neppure, che vuol bene solo a me, ed io le credo ciecamente. Per un mese abbiamo fatto all'amore,
or sulla spiaggia come gabbiani, or nella capanna come lepri; io ero disposto a sposarla, a ritirarmi
dal servizio, e lei prometteva sempre di condurmi dal nonno per la domanda di matrimonio; ma
aveva paura, diceva lei, perché il vecchio si serviva di lei come di una schiava e la mandava persino
a raccattar legna e a portare grossi pacchi di roba a un suo fratello che stava giù dopo il fiume:
infatti la vedevo sempre, quando però non veniva in caserma per il pesce, con involti e involtini,
preoccupata e ansante, e, oltre all'amore provavo pietà di lei. Le ho fatto molti regali, anche di
valore, l'ho vestita da capo a piedi come una mendicante che era.
Un giorno mancò all'appuntamento: aspetta, aspetta, non viene più. Ho paura che sia malata e la
vado a cercare: il nonno, un gran vecchio selvatico, mala fata lo porti, mi accoglie col bastone
alzato, urlando che la nipote l'ho fatta fuggire io: accorre gente e per poco non mi ammazzano a
colpi di pietra. Il mio dolore, sì, proprio dolore, è tale che i miei compagni non osano beffarsi di me
e il brigadiere mi raccomanda al maresciallo perché mi richiami dalla disciplina.
E il maresciallo non ha da pentirsi della sua clemenza perché io la sua serva, in fede mia, né altre
donne cristiane né ebree né turche guardo più in faccia. Anzi denunzio apertamente i compagni
quando so che vanno appresso a qualche maledetta gonnella.
E divento così serio e attaccato al mio servizio che il maresciallo mi onora di tutta la sua fiducia,
tanto che due settimane or sono mi manda in ispezione alla stessa caserma dove sono stato in