società o collettività - e lo Stato o governo che pretende rappresentarla - se non sono vuote
astrazioni, non possono essere che aggregati d'individui. Ed è nell'organismo di ciascun individuo
che hanno necessariamente origine tutti i pensieri e tutti gli atti umani, i quali, da individuali,
diventano pensieri ed atti collettivi quando sono o si fanno comuni a molti individui. L'azione
sociale, dunque, non è né la negazione, né il complemento dell'iniziativa individuale, ma è la
risultante delle iniziative, dei pensieri e delle azioni di tutti gli individui che compongono la società:
risultante che, posta ogni altra cosa eguale, è più o meno grande secondo che le singole forze
concorrono allo stesso scopo, o sono divergenti od opposte. E se invece, come fanno gli autoritarii,
per azione sociale s'intende l'azione governativa, allora essa è ancora la risultante di forze
individuali, ma solo di quegli individui che fanno parte del governo, o che per la loro posizione
possono influire sulla condotta del governo.
Quindi, nella contesa secolare tra libertà ed autorità, o, in altri termini, tra socialismo e stato di
classe, non è questione veramente di alterare i rapporti tra la società e l'individuo; non è questione
di aumentare l'indipendenza individuale a scapito dell'ingerenza sociale, o questa a scapito di
quella. Ma si tratta piuttosto di impedire che alcuni individui possano opprimere altri; di dare a tutti
gli individui gli stessi diritti e gli stessi mezzi di azione; e di sostituire l'iniziativa di pochi, che
produce necessariamente l'oppressione di tutti gli altri. Si tratta insomma, sempre e poi sempre, di
distruggere la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, in modo che tutti siano
interessati al benessere comune, e le forze individuali, invece di esser soppresse o di combattersi ed
elidersi a vicenda, trovino la possibilità di uno sviluppo completo, e si associno insieme per il
maggior vantaggio di tutti.
Da quanto abbiamo detto risulta che l'esistenza di un governo, anche se fosse, per seguire la nostra
ipotesi, il governo ideale dei socialisti autoritarii, lungi dal produrre un aumento delle forze
produttive, organizzatrici e protettrici della società, le diminuirebbe immensamente, restringendo
l'iniziativa a pochi, e dando a questi pochi il diritto di tutto fare, senza potere, naturalmente, dar loro
il dono di tutto sapere.
Infatti, se levate nella legislazione e nell'opera tutta di un governo tutto ciò che è inteso a difendere i
privilegiati e che rappresenta la volontà dei privilegiati stessi, che cosa vi resta che non sia il
risultato dell'attività di tutti? "Lo Stato ", diceva Sismondi, "è sempre un potere conservatore che
autentica, regolarizza, organizza le conquiste del progresso" (e la storia aggiunge che le dirige a
profitto proprio e della classe privilegiata) "non mai le inaugura. Esse hanno sempre origine dal
basso, nascono dal fondo della società, dal pensiero individuale, che poi si divulga, diventa
opinione, maggioranza, ma deve sempre incontrare sui suoi passi e combattere nei poteri costituiti
la tradizione, la consuetudine, il privilegio e l'errore".
Del resto per comprendere come una società possa vivere senza governo, basta osservare un pò a
fondo nella stessa società attuale, e si vedrà come in realtà la più gran parte, la parte essenziale della
vita sociale, si compie anche oggi al di fuori dell'intervento governativo, e come il governo non
interviene che per sfruttare le masse, per difendere i privilegiati, e per il resto viene a sanzionare,
ben inutilmente, tutto quello che s'è fatto senza di lui, e spesso, malgrado e contro di lui. Gli uomini
lavorano, scambiano, studiano, viaggiano, seguono come l'intendono le regole della morale e
dell'igiene, profittano dei progressi della scienza e dell'arte, hanno rapporti infiniti tra di loro, senza
che sentano bisogno di qualcuno che imponga loro il modo di condursi. Anzi sono appunto quelle
cose in cui il governo non ha ingerenza, che camminano meglio, che dan luogo a minori
contestazioni e si accomodano, per la volontà di tutti, in modo che tutti ci trovino utile e piacere.