andavano come portati via dal vento, e il padre replicava ch'era lei a non saper fare economia. Ma
come si fa a fare economia quando il pane costa più che un tempo la torta, e i pomidoro si vendono
come se il loro nome fosse autentico, ed un pesciolino, <I>mannaggia la miseria</I>, (quando è
esasperata la mamma usa il linguaggio delle donne del mercato) te lo fanno pagare come se dentro
le viscere ci avesse una perla.
Chi sa, invece, quanti pesci questi pescatori, che sembrano tanti zingari del mare, si mangiano in
pace ed allegria.
Allegri, adesso, veramente non sembrano; e neppure in pace, perché anche essi questionano, l'uno
con l'altro nella stessa fila, od attraverso lo spazio con quelli dell'altra, e sono urli, bestemmie,
improperi, dei quali i più delicati sono «lasaròn» o «fìòl d'un can», e verrebbero forse alle mani se le
mani indolenzite e ardenti non pensassero per conto loro a tirare la corda.
E la corda, rossastra ed oleosa come una salsiccia dura, si lascia tirare volentieri, pur dandosi l'aria
di essere lei a trarre dal mare il peso misterioso della rete ancora invisibile.
Alcuni ragazzi bagnanti, che da lungo tempo assistono allo spettacolo, per puro spirito di solidarietà
umana, o perché credono che il loro valido aiuto affretti l'opera, s'intruppano fra i pescatori e si
mettono anch'essi a tirare. Ci si mette anche un signore in maglia e berretto da marinaio; un bel tipo
di negriere coi denti, anche quelli di davanti, tutti d'oro. Ci si mette anche una signorina secca,
vestita di verde come una cavalletta.
- Brava, brava - si grida intorno.
- Ma il pesce che pescano, a chi va? - domanda Matteino all'amico.
- Lo vendono, o se è poco se lo dividono fra loro. Una volta ne ho avuto pure io perché ho aiutato a
tirare.
Allora un'idea luminosa guizza nella mente di Matteino: mettersi anche lui a tirare, e portare poi alla
mamma affaccendata il suo berretto da bagno gonfio di pesci.
- Tiriamo anche noi, - propose all'amico, ma questi fece una smorfia di diniego, anzitutto perché
Matteino era così piccolo e mingherlino che pareva fatto di zolfanelli incrociati, poi perché quella
volta, nel tirare la fune, s'era fatto le vesciche al le mani, e la serva aveva buttato via i pesciolini da
lui portati a casa, non, com'egli affermava, ricevuti dai pescatori avari, ma raccattati fra gli scarti
lasciati da loro sulla sabbia.
Intanto già fra le ondine celesti che pareva si prestassero graziosamente anche esse a spingere a riva
la rete, si notavano i primi segnali di questa, con l'apparire dei sugheri a galla: i pescatori adesso
tacevano, tirando con più forza, col viso rischiarato dalla speranza. La donna di sabbia s'era fatta la
più animosa; quando veniva il suo turno di ricominciare, scendeva a precipizio dall'arenile e
riafferrava la corda riversandosi indietro sulla sua cintura selvaggia, come se da quello sforzo
dipendesse la salvezza della sua vita.
Fu dietro di lei, fra lei ed un omone rosso il cui sudore pareva sangue, che Matteino, avvolto anche
lui da quell'atmosfera di speranza diffusa intorno, si mise a tirare la corda: e gli parve di essere lui
solo a produrre la forza necessaria ancora a portare l'opera a compimento.
- Forza, coraggio, tira, tira, - Matteino diceva a sé stesso, preso da un'ebbrezza che gli faceva
dimenticare lo scopo meschino della sua impresa. Su, su, la sabbia gli sfuggiva di sotto i piedi, e in
realtà egli si sentiva trasportato, fra l'omone forzuto e la donna tenace, come sospeso nell'aria.
La rete adesso la si vedeva uscire piano piano dal fitto delle onde; pareva un grande canestro di velo
rosso merlettato di nodi di sughero e trapuntato di pagliuzze d'acciaio. Erano i primi pesciolini, che
destarono un senso di pietà in Matteino. Poveri, poveri pesciolini! Se ne stavano affacciati tranquilli
ai finestrini della rete perché l'acqua ancora la riempiva; ma arrivati sulla sabbia, nel sentire l'orrore
della loro sorte, cominciarono a spiccare salti e a contorcersi, inarcandosi come anelli d'argento,
riuscendo qualcuno a balzar fuori dalla sua prigione.
- Se però tutta la pesca è qui, stiamo freschi - pensa Matteino; e vede anche il viso diabolico
dell'amico sogghignare di scherno.
I pescatori invece erano tutti animati da una silenziosa letizia; il loro viso splendeva come se il sole
sorgesse dal mare. Sentivano il peso della rete; e più degli altri poteva sentirlo la donna perché sotto
l'arco del suo fazzoletto gli occhi d'ambra rifulgevano simili a quelli di un cane da caccia.
Anche l'aitante negriere, con la sua California [18] in bocca, sorrideva soddisfatto, quasi fosse lui il
padrone della pesca.