eccezione di a
3
, i quali sono assai difficili a seguirsi e sembrano mancare nel maggior numero dei
casi. Inoltre furono seguiti tutti nelle Cypripediee, ad eccezione di a
3
,
(
114
)
i quali, io credo con
bastante certezza, che qui realmente manchino; in questa tribù lo stame (A
1
) è rappresentato da un
rudimento a forma di scudo evidente; a
1
e a
2
sono sviluppati in due antere fertili. Nelle Ophrydee e
Neottiee furono seguiti tutti i vasi, coll’importante eccezione di quelli appartenenti ai tre stami del
ciclo interno (a
1
, a
2
, a
3
). Nella Cephalanthera grandiflora vidi a
3
distintamente provenire dal
gruppo ovarico anteriore e percorrere la faccia anteriore della colonnetta. Questa orchidea anomala è
priva di rostello, e il vaso segnato S
2
nel disegno schematico mancava completamente, quantunque
si potesse vedere in ogni altra specie.
Quantunque le due antere (a
1
e a
2
) del ciclo interno non siano sviluppate perfettamente e
normalmente in nessuna Orchidea, ad eccezione del genere Cypripedium, tuttavia esistono per lo
più i loro rudimenti e spesso sono resi utili; esse formano cioè spesso i lati del clinandrio
nappiforme all’apice della colonnetta, il quale accoglie e protegge il polline. Questi rudimenti
aiutano con ciò la funzione delle altre antere fertili. Nella giovane gemma fiorale di Malaxis
paludosa si trovò una assai spiccata somiglianza fra le due membrane del clinandrio e antera fertile
nella forma, a struttura ed altezza alla quale salivano i vasi; era impossibile dubitare di avere in
queste due membrane due antere rudimentali. Nel genere Evelyna, una Epidendrea, il clinandrio è
conformato in modo analogo, così pure le corna del clinandrio nel genere Masdevallia, le quali
servono altresì a tenere il labello ad una distanza conveniente dalla colonnetta. Nella Liparis
pendula e in alcune altre specie queste due antere rudimentali formano non solo il clinandrio, ma
anche una specie di ali, sporgenti ai due lati dell’ingresso della cavità dello stigma e servono di
guida per l’introduzione delle masse polliniche. Nei generi Acropera e Stanhopea, per quanto potei
osservare, i margini membranosi della colonnetta, fino presso la sua base, sono pure analogamente
conformati; in altri casi però, così nel genere Cattleya, i margini pterigoidei della colonnetta
sembrano essere semplici forme di sviluppo dei due pistilli. In quest’ultimo genere, come pure nel
dal gruppo ovarico posteriore sotto la biforcazione che provvede il sepalo superiore e la antera fertile; il gruppo ovarico
anteriore decorre per un certo tratto lungo il labello, prima di biforcarsi e di emettere un gruppo (a
3
) che va alla faccia
anteriore della colonnetta; i vasi provenienti dal gruppo latero-posteriore decorrono lungo il dorso della colonnetta ai
lati di quelli che vanno all’antera fertile e non arrivano ai margini del clinandrio. Nell’Acropera luteola la base della
colonnetta, là dove si inserisce il labello, è fortemente protratta e i vasi dell’intiero gruppo ovarico anteriore sono
protratti in modo corrispondente; quelli che decorrono lungo la faccia anteriore della colonnetta sono repentinamente
ripiegati; i vasi nel punto della curvatura sono in modo mirabile induriti, appiattiti e protratti in creste e punti particolari.
In un Oncidium ho seguito i vasi S
r
fino al disco adesivo del pollinio. Fra le Epidendree ho seguìto tutti i vasi in una
Cattleya, così pure nella Evelyna carinata, ad eccezione di a
3
che non ho cercato. Fra le Malaxee li seguii tutti nella
Liparis pendula ad eccezione di a
3
, i quali, come io credo, non esistono. Nella Malaxis paludosa ho seguito il corso di
quasi tutti i vasi. Nel Cypripedium barbatum e purparatum li seguii tutti ad eccezione di a
3
, i quali sono quasi certo che
non esistono. Fra le Neottiee ho seguìto tutti i vasi, eccettuati quelli corrispondenti al mancante rostello e quelli delle
due appendici auricolari a
1
e a
2
, i quali certamente non esistevano. In Epipactis li seguii tutti ad eccezione di a
1
, a
2
, e a
3
che mancano sicuramente. Nello Spiranthes autumnalis il vaso S
r
decorre presso la base della biforcazione del rostello:
non esistono nè in questa Orchidea nè nel genere Goodyera vasi per le membrane del clinandrio. In nissuna Ophrydea
esistono i vasi a
1
, a
2
, e a
3
. Nella Orchis pyramidalis ho seguìto tutti gli altri, compresi quei due dei due stigmi separati;
in questa specie il contrasto fra i vasi del labello e quelli degli altri sepali e petali è spiccato, poichè negli ultimi i vasi
non si ramificano, mentre il labello ha tre vasi, dei quali i laterali entrano naturalmente nel gruppo ovarico laterale-
anteriore. Nella Gymnadenia conopsea seguii tutti i vasi; ma non sono ben sicuro se i vasi che provvedono i lati del
petalo superiore non deviino dal loro corso ordinario, come avviene nel genere vicino Habenaria, ed entrino nel gruppo
ovarico laterale-posteriore; il vaso che va al rostello, S
r,
entra nella piccola piega membranosa sporgente fra le basi delle
logge dell’antera. Infine ho seguìto tutti i vasi nella Habenaria chlorantha, ad eccezione di quelli dei tre stami interni,
come nelle altre Ophrydee, ed ho cercato con cura il gruppo a
3,
che provvede di vasi l’antera e decorre nel connettivo fra
le due logge, ma non si biforca. Il vaso che va al rostello arriva fino sotto il connettivo dell’antera, ma non si biforca, e
non si estende fino ai due dischi adesivi molto distanti tra loro.
114
()
Dalla descrizione di IRMISCH dello sviluppo della gemma fiorale di Cypripedium (Beiträge zur Biologie der
Orchideen, 1853, p. 78 e 42) si potrebbe dedurre che esista una tendenza alla formazione di un filamento libero davanti
il labello, come nel caso prima accennato del genere Glossodia; e ciò spiega forse la mancanza dei vasi spirali, che
provengono dal gruppo ovarico anteriore e si fondono colla colonnetta. Nel genere Uropedium ritenuto da A.
BRONGNIART assai affine con Cypripedium (Annales Scient. Nat., 3rd series, Bot. tom. 13, p. 114) e fors’anche una
mostruosità dello stesso, la stessa posizione è presa da una terza antera fertile.