la quale dal granello del fico e dall'acino della vite fino ai minutissimi semi di tutti i vegetabili,
infinite propagini e rami fa nascere. Chi può non ammirare e dilettarsi alla vista delle piante di
radice vigorosa, degli arboscelli, de' tralci, degli allievi innestati? La vite per indole propria
flessibilissima, che priva di sostegni, giace prostrata al suolo, meravigliosamente si drizza sui propri
capreoli, i quali a guisa di mano afferrano tutto ciò che sta loro vicino. Guidato dall'arte sua,
l'agricoltore le tronca con il ferro i tralci parassiti che serpeggianti e molteplici spinge per ogni lato,
onde impedire che essa, per lussureggianti rami, inselvatichisca e prodigati facciansi insipidi i di lei
succhi. All'aprire della primavera spunta la gemma sulle articolazioni dei rami lasciati al tronco, e
da essa nasce l'uva, che alimentata dai calori del sole e dai sali della terra, da principio appare
agresta al palato e poscia maturando acquista dolcezza, e avvolta ne' rigogliosi pampini se ne fa
velo contro i raggi solari, senza perdere il beneficio della tepida temperatura. Non avvi albero che
meglio della vite produca frutto più saporito, e leggiadro allo sguardo. Io non solo apprezzo
altamente l'utilità di essa, ma eziandio mi diletta la di lei coltivazione, e i vari sistemi di regolarla,
l'ordine delle spalliere, l'intrecciamento delle propaggini, il modo di moltiplicarle, la separazione
dei tralci parassiti, e l'immissione sotterra di quelli che voglionsi far germogliare.
Dirò io dell'irrigazione, della canalizzazione degli scoli, e della concimatura dei terreni
mirabilmente idonea a fomentare la fecondità del suolo?
Appunto perciò sembrommi pregio dell'opera tener separato discorso di essa nel libro che
appositamente scrissi intorno alle cose agrarie, benché Esiodo, per altro sì dotto, il quale trattò della
coltura dei campi, non abbia nemmeno fatto parola degli ingrassi, che sono primo elemento di
fertilità. Omero però, che vari secoli visse prima di Esiodo, molto a proposito descrive Laerte, il
quale onde confortarsi della dolorosa assenza del figlio Ulisse, sta rivolgendo e concimando l'orto.
Attendere all'agricoltura non diletta solamente mercé la educazione delle messi, delle praterie, delle
vigne e degli alberi, ma torna oltremodo piacevole per tutto ciò che spetta ai frutteti, agli ortaggi, al
pascolo dei greggi, alla cura degli alveari, alla infinita varietà dei fiori. Al piacere che porgono le
piantagioni si può aggiungere quello dell'innesto, invenzione che onora i progressi dell'agricoltore.
XVI. (<I>Generali romani coltivatori della terra.</I>) - Potrei farvi passare a rassegna altri non
pochi passatempi campestri, se non mi avvedessi d'essermi su questo argomento già troppo
dilungato. Voi però mi sarete indulgenti per tale prolissità in grazia del profondo studio che feci
intorno all'agricoltura, e della naturale tendenza dei vecchi alla loquacità, con che risparmio
l'accusa, che io dissimuli i peccati della vecchiezza onde farvela assaporare siccome scevra di
mende e perfetta.
Gli ultimi anni trascorse nella vita campestre Marco Curio, il trionfatore de' Sanniti, de' Sabini e di
Pirro, ed io, mentre rivolgo gli sguardi alla sua villa, la quale è vicina alla mia, non mi stanco mai di
ammirare, sì la frugalità di quell'uomo, che l'austerità dei tempi passati. Sedeva egli modesto
davanti al focolare, quando venuti gli ambasciadori di Sannio ad offrirgli in dono una riguardevole
somma in oro, Curio la respinse dicendo: non tenersi da lui in pregio il possesso di quelle ricchezze,
bensì l'impero sopra coloro che le possedevano. - Un animo di tal tempra non bastava forse a
rendere contenta di per sé la propria vecchiezza?
Ma ripigliando il discorso delle cose campestri i senatori d'allora, o per meglio dire i vecchi,
tenevano dimora nel contado. Lucio Quinzio Cincinnato stava conducendo l'aratro, quando un
messo venne ad annunziargli essere egli innalzato alla Dittatura: e fu appunto per suo comando che
Caio Servilio Aala mastro della cavalleria, tolse di vita Spurio Mevio il quale cospirava a farsi Re.