non nell'ideare cose verosimili, ma nel lasciar ignorare che le cose presentate da essa sono reali! E
bell'effetto dell'arte, quello che dovesse dipendere da un'ignoranza accidentale! giacché, se nell'atto
che quel lettore si sta godendo la supposta invenzione poetica, viene uno e gli dice: sappiate che è
un fatto positivo, cavato dal tal documento, ecco il pover'uomo trasportato di peso dagli spazi della
poesia nel campo della storia. L'arte è arte in quanto produce, non un effetto qualunque, ma un
effetto definitivo. E, intesa in questo senso, è non solo sensata, ma profonda quella sentenza, che il
vero solo è bello; giacché il verosimile (materia dell'arte) manifestato e appreso come verosimile, è
un vero, diverso bensì, anzi diversissimo dal reale3, ma un vero veduto dalla mente per sempre o,
per parlar con più precisione, irrevocabilmente: è un oggetto che può bensì esserle trafugato dalla
dimenticanza, ma che non può esser distrutto dal disinganno. Nulla può fare che una bella figura
umana, ideata da uno scultore, cessi d'essere un bel verosimile: e quando la statua materiale, in cui
era attuata, venga a perire, perirà bensì con essa la cognizione accidentale di quel verosimile, non,
certamente, la sua incorruttibile entità. Ma se uno, vedendo, da lontano e al barlume, un uomo ritto
e fermo su un edifizio, in mezzo a delle statue, lo prendesse per una statua anche lui, vi pare che
sarebbe un effetto d'arte?
L'altra cosa che potrebbe nascere è che il lettore, non avvertito dall'autore, che una o un'altra cosa,
la quale eccita particolarmente la sua attenzione, è cosa di fatto, ma avvertito dalla natura o, per dir
meglio, dall'assunto del componimento, che può benissimo esser cosa di fatto, rimanga in dubbio,
esiti; e certo senza sua colpa, come contro sua voglia. Assentire, assentir rapidamente, facilmente,
pienamente, è il desiderio d'ogni lettore, meno chi legga per criticare. E si assente con piacere, tanto
al puro verosimile, quanto al vero positivo: ma, l'avete detto voi, con assentimenti diversi, anzi
opposti: e, aggiungo io, con una condizione uguale in tutt'e due i casi; cioè che la mente riconosca
nell'oggetto che contempla, o l'una o l'altra essenza, per poter prestare o l'uno o l'altro assentimento.
Dissimulando la realtà della cosa raccontata, l'autore sarebbe riuscito, secondo il vostro desiderio, a
impedire un assentimento storico, ma levando insieme al lettore il mezzo di prestarne uno
qualunque. Effetto contrario anch'esso, quanto si possa dire, all'intento dell'arte; poiché, qual cosa
più contraria all'unità, all'omogeneità dell'assentimento, che la mancanza dell'assentimento?
Ed è appunto per prevenire e l'inganno di cui ho parlato sopra, e questa esitazione, è per non fare al
lettore una miserabile marachella, o per servire a un suo probabile desiderio, per non lasciar senza
risposta una sua tacita interrogazione, che un autore può essere, in questo o in quel caso, tentato
fortemente, e come strascinato a distinguere espressamente la realtà: è perché sente quanto manchi
alla cosa rappresentata, mancandole la manifestazione d'una qualità di questa sorte. Non dico che
faccia bene; non nego che faccia una cosa direttamente, manifestamente contraria all'unità del
componimento: dico che il lasciar lui di farla non servirebbe ad ottenere questa unità. Fa come il
povero maestro Iacopo4 del Molière, che si presenta, ora con la giacchetta di cuoco, ora col
camiciotto di cocchiere, perché l'Avaro, suo padrone, vuol che faccia tutt'e due i mestieri, e lui ha
accettata una tal condizione.
Ricapitolando ora tutti questi pro e contro, ci pare di poter concludere: che hanno ragione e gli uni
nel volere che la realtà storica sia sempre rappresentata come tale, e gli altri, nel volere che un
racconto produca assentimenti omogenei, ma che hanno torto e gli uni e gli altri nel volere e questo
e quell'effetto dal romanzo storico, mentre il primo è incompatibile con la sua forma, che è la
narrativa, il secondo co' suoi materiali, che sono eterogenei. Chiedono cose giuste, cose
indispensabili; ma le chiedono a chi non le può dare.
Ma se fosse così, ci si dirà ora, sarebbe in ultimo il romanzo storico che avrebbe torto per ogni